Il mio amico Nicola Cassano di "Nuova Liberta' " mi fa partecipe della gioia provata dal fatto che in Italia, la quasi totalità degli studenti, ha superato l' Esame di Stato.
Ho pensato che i nostri nipoti sono ora tutti intelligenti e studiosi.
Pronti ad affrontare con grandissime possibilità di successo i problemi che dovranno affrontare nella vita lavorativa o universitaria.
Leggendo però, per intero, l' intervento del mio amico-che stimo profondamente- mi dico che quella percentuale bulgara di promossi all' Esame di Stato è l'annuncio di sconfitta, per i nostri giovani e al loro ingresso nel mondo del lavoro o della Università.
Forse anche voi, amici del sito, maturerete la mia stessa convinzione se avrete la pazienza di leggere quanto l' amico Cassano mi dice e Vi dice.
Egli scrive :
EVVIVA ! La percentuale dei promossi all' esame di Stato 2008 rasenta quasi il 100 %. Come dire nessuno scarto, ossia nessun bocciato. Anzi sì, ma solo presso le scuola private o pareggiate che dir si voglia ! Una sconfitta nazionale sopratutto delle istituzioni, delle scuola, dei presidi, dei docenti. Uniche vittime gli allievi. Quelli promossi con merito e quelli promossi con demerito con votazioni al 60 o poco più.
Una analisi coscienziosa dei risultati, al di là delle apparenze, scoprirebbe la inutilità dell' esame di Stato perchè il sistema di valutazione seguito é tale da non lasciare indietro neppure gli asini. Il credito é il maggior colpevole di questo "piattume valutativo", figlio a sua volta della tendenza dei docenti, dei presidi e delle scuole nel loro complesso di favorire con voti eccessivamente alti le prove scritte e quelle orali durante l' intero anno scolastico. Cosa che conduce naturalmente a "crediti" alti e quindi "sic et simpliciter" alla promozione. Indipendentemente dal programma svolto, alla mercè di una malintesa "autonomia scolastica" e di "benefit" suadenti (attività extra) con il solo scopo di incrementare il numero delle iscrizioni e le conseguenti dovute promozioni.
Le sorprese si hanno al termine del "cursus studiorum" : programmi normalmente lacunosi, ridotti e superficiali. Qualunque sia la disciplina !
Lo stesso dicasi del "documento del Consiglio di Classe", fortemente edulcorato nei contenuti e nel giudizio dato all' allievo, magari in presenza di debiti non superati ininfluenti, quest'anno, per poter accedere all' esame di Stato.
A nulla valgono le relazioni riservate, inviate con circospezione dai presidenti di commissione fedeli del mandato ricevuto ed orgogliosi di rappresentare lo Stato. Vengono normalmente ammucchiate in qualche angolo polveroso di un qualche ufficio regionale o ministeriale, subendo l' onta della indifferenza e della inutilità documentale. Come pure inutili si rivelano normalmente gli ispettori mandati da Roma con auto ed autista al seguito ! Attenti a quisquiglie normative (e per questo temuti) ma incapaci di guizzi manageriali che vadano oltre la norma. E dubbi ci assalgono sulla fine delle " riservate" da loro richieste ed a loro inviate.
Convinzioni, queste, che nascono dalla ripetitività di fatti che si rivelano sempre gli stessi con il procedere degli anni, indipendentemente dalla presenza o meno di relazione del presidente di commissione.
E' certamente una realtà tragica, figlia dell'approssimazione con cui i vari ministri dell' istruzione e codazzo al seguito hanno affrontato il "pianeta scuola" : riforme annunciate e mai portate a termine e controriforme "dispettose", incomplete e superficiali.
Tutti sono colpevoli ! La politica, i ministri e la mala genia del cd"esperti", sempre gli stessi e logorroicamente propugnatori di teorie cervellotiche nate senz'anime a tavolino sulla base di risultati che, a livello internazionale, fanno precipitare l'Italia scolastica a livelli da quarto mondo, dopo i fasti culturali d'altri tempi!
Forse è il momento di tornare sulla Terra ed affrontare i problemi che affliggono questo settore fondamentale per la crescita del Paese partendo dall' interno della "bolla scuola" !Partendo cioè da concetti di buon senso che rimettano al centro il "docente professionista", l'allievo, la Cultura e di conseguenza il merito nell'insegnamento e nell'approfondimento;la severità nel valutare gli allievi; la serietà comportamentale; il richiamo al rispetto del decoro nell'abbigliamento di ragazze e ragazzi; l'eliminazione del fumo anche fuori del fabbricato scolastico; il controllo stretto di presidi e funzionari del provveditorato e delle direzioni regionali e ministeriali; la carriera dei docenti, diversa da quella che si annuncia in questi giorni.
In una parola, il ritorno alla professionalità comunque intesa di tutte le componenti che formano la grande famiglia dell'istruzione e della cultura.
E questo ritorno alle origini, ossia questa rivoluzione del terzo millennio potrebbe iniziare dall'esame di Stato.
Riconvertendolo in esame di "MATURITA' " di gentiliana memoria.
Un esame dal significato ampio e testimone verace delle capacità culturali ed intellettuali del candidato. Che può così essere catapultato con buone possibilità di successo nel mondo del lavoro o in quello universitario.
Di mio aggiungo solo un ringraziamento a Nicola Cassano che mi ha fatto conoscere un mondo della scuola profondamente diverso da quello che avevo lasciato che, però, ci preparava ad affrontare il mondo con qualche certezza in più.
Vito Cafueri - Savona
M