Finalmente il S. Paolo?
Sembra che finalmente la lunga storia del recupero del vecchio ospedale S. Paolo stia per avere un qualche epilogo.
Devo dire che fa una certa impressione leggere che il recupero sarà rispettoso dell’edificio esistente e vedere contemporaneamente le riproduzioni del progetto, dove il nuovo edificio tutto può sembrare, fuorché il vecchio S.Paolo.
E’ giusto così: la vecchia struttura, che era certamente adatta e dignitosa – e forse anche bella ai suoi tempi, per un ospedale - non può in alcun modo rendersi utile ed essere economicamente valida ai giorni nostri, per un uso completamente diverso, lasciandola così com’è.
Allora ecco spiegato l’enorme ritardo, le difficili trattative economiche tra Privati, Comune ed ASL, che certamente non hanno permesso di realizzare ai due Enti Pubblici quanto quell’area - con quell’indice edificatorio - poteva valere, senza gli assurdi vincoli e l’impossibilità di demolire e riedificare.
Risultato (sempre che la cosa vada in porto davvero): ridotto ricavo per gli Enti venditori, difficoltà ed enormi costi di intervento per i Privati, recupero di un edificio che oggi è ben lungi dal poter essere considerato di pregio architettonico e che comunque, se lo fosse, non somiglierà più a se stesso dopo i lavori. Eppoi vorrò proprio vedere a quali arzigogoli bisognerà ricorrere per far rientrare l’edificio ristrutturato entro i limiti che le leggi impongono oggi, in termini di impiantistica, di sicurezza e di classificazione termica.
Non è poi difficile immaginare che, con queste premesse, i prezzi di vendita di alloggi, uffici e negozi non potranno essere “popolari” e quindi facciamo gli auguri agli investitori ed anche alle casse degli Enti Pubblici che, se non capisco male, il loro ricavo lo dovrebbero trarre principalmente proprio dalla vendita dei volumi a loro riservati.
Il tutto, in una Città che non produce nulla e che è già ricchissima di volumi inutilizzati. Come una ciliegina sulla torta, da quanto si legge, anche il problema dei parcheggi in zona subirà un nuovo pesante colpo, visto che quelli previsti nel vecchio S.Paolo saranno molto meno del necessario, per evidente mancanza di spazi sufficienti al suo interno.
Tutto questo non ha nulla a che fare con il recupero delle cose antiche di pregio, come la pur discutibile legge del 1939 e successive modificazioni prevede, è soltanto narcisismo intellettuale. Per voler “tutelare” tutto ciò che è vecchio, si finisce per non avere poi le risorse per salvare degnamente dal degrado le cose veramente belle, uniche e pregiate e gli esempi di questi colpevoli degradi non mancano certo.
Questa materia, più che da una legge cieca e dai ghiribizzi di certi funzionari, dovrebbe essere regolata dal buon senso degli Amministratori e dei loro tecnici.
Per questo, non dimentichiamo di ringraziare mentalmente i nostri antenati per il loro coraggio e la loro voglia di progresso, perché se loro avessero usato gli stessi criteri che abbiamo adottato noi, specie negli ultimi 50 anni, vivremmo ancora dentro le caverne, sia pure ristrutturate da famosi architetti cavernicoli.
Stella, 29 maggio 2008. Emilio Barlocco