LA GUERRIGLIA DI FINI PER IL POTERE
L’onorevole Gianfranco Fini, cofondatore del Popolo della Libertà, ha sempre covato l’incredibile ambizione di succedere al nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pur rappresentando soltanto un terzo o comunque una minoranza del PdL.
Spero che la Direzione nazionale del partito fughi ogni dubbio per quanto riguarda gli obiettivi immodesti dell’ex leader di AN.
Per quanto riguarda la leadership, nel senso più esteso del termine, spero che venga chiarito questo nodo di fondo e cioè che Berlusconi, essendo una spanna sopra gli altri per capienza e carisma politico, succederà a sé stesso, a meno che egli non decida di abdicare in favore di un colonnello, ovviamente di area forzista.
Soltanto i congressi potranno, eventualmente, cambiare gli assetti di potere interni al partito.
Il Presidente della Camera, è libero, come tutti noi, di avere, su questo o quel tema, opinioni diverse dal premier: questo è il sale della democrazia.
Tuttavia attardarsi in continui distinguo e compromessi, fare “melina” su riforme urgenti come quelle del federalismo e della magistratura, avere riserve mentali sulla linea politica del PdL, strettamente alleato con la Lega anche sui temi della sicurezza e dell’immigrazione, non è più accettabile.
L’Italia attende risposte chiare, riforme necessarie per la modernizzazione del paese, senza tentennamenti o giochi di potere.
FAUSTO BENVENUTO
Associato PdL
di mio aggiungo "CHI TROPPO VUOLE NULLA STRINGE" Vito Cafueri - Savona